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Il velocista puro

Gian Mattia D'Alberto / lapresse

Quali sono le caratteristiche di un velocista? E quali sono gli allenamenti da prediligere?

Il velocista è apparentemente un atleta facile da costruire, allenare e portare ad un discreto livello di performance. In realtà non è così.
Il profilo dell’atleta è complesso e la specialità difficile da “performare”, perché sono i dettagli che fanno la differenza.

Esiste una tipologia precisa di atleta velocista?
Per quanto riguarda gli agonisti la struttura fisica è importante per poter indirizzare gli atleti, a livello amatoriale sicuramente no.

Prediligi le distanze corte, ami le tabelle di allenamento ricche di “scatti” e ti annoi a fare più di 100 metri consecutivi? Forse sei un velocista, ma per questo non credere che i tuoi programmi di allenamento saranno una passeggiata.

Come per tutti gli stili la tecnica è assolutamente imprescindibile da qualsiasi caratteristica si voglia sviluppare, sia essa velocità o aerobia. Ma come già anticipato, ogni dettaglio può fare la differenza, ancor di più quando la gara è breve.

Un altro aspetto importante è l’ipossia, ovvero l’esecuzione di gesti tecnici veloci in assenza o carenza di ossigeno.

Lavorare con lo snorkel come primo step e successivamente in apnea è molto utile e produttivo per un controllo maggiore e migliore della nuotata e dell’assetto.

L’esecuzione dovrà necessariamente essere svolta con brevi tratti alla massima frequenza e velocità.

L’approccio ad un allenamento veloce deve passare da una adeguata ed attenta – quasi spasmodica – precisione.
E’ fondamentale l’esecuzione di un riscaldamento a secco con elastici ed esercizi di stretching appropriati e un altrettanto preciso allenamento in acqua.

Ti senti pronto a stimolare le tue fibre bianche? Al posto… via!