Cosa significa avere “talento” nel nuoto? Quali sono le caratteristiche che fanno di un nuotatore un “talento” in giovane età? Ecco alcune riflessioni…
La fabbrica di talenti è la cima più alta della torta più golosa; è la ciliegina più dolce ma anche più amara da assaporare. Talento è volontà, virtù, voglia, desiderio. Il significato massimo è dono: divino per i credenti, naturale per gli amici laici.
Nel titolo ho utilizzato volutamente il termine al plurale “talenti” non tanto per indicare la moltitudine numerica di atleti, quanto piuttosto per tutte quelle abilità, qualità comportamentali, abitudini, capacità e atteggiamenti che fanno un TALENTO.
Quando penso all’individuazione del talento, più che un gruppo di bambini scientificamente selezionati con eccezionali capacità motorie e geneticamente avvantaggiati, mi viene in mente un gruppo eterogeneo di bambini di differenti età, statura, livelli di abilità, capacità condizionali e grado di interazione e motivazione (per capirci i nostri Marco e Anna della situazione).
Domanda: ma tutti i bambini possiedono i talenti? La risposta è…sì! Un singolo talento non farà di un nuotatore un campione e al contrario la mancanza di un singolo talento non impedirà a un nuotatore di diventarlo; e questo perché nessuno possiede tutti i talenti e nessuno ne è completamente privo (i talenti possono essere divisi in tre gruppi: qualità psicologiche o abilità, qualità fisiche o capacità, caratteristiche anatomiche). L’individuazione dei talenti è come “pescare” con rete molto larga.
Spesso i bambini non sono consapevoli delle proprie abilità finché un allenatore, di larghe vedute, non gliele mostra; ed è proprio in quel momento, quando l’allenatore riesce a definire il concetto di “successo” legato al miglioramento e non alla vittoria, che qualsiasi piccolo delfino può intraprendere il cammino verso lo sviluppo delle proprie qualità.
Domanda: quanto influisce “l’ambiente” per lo sviluppo delle doti legate al talento in una prospettiva a lungo termine? Risposta: tantissimo! Faccio una precisazione: per ambiente intendo tutte quelle pedine come genitori, allenatori e programmi di allenamento, determinanti nello sviluppo di un talento e dove la collaborazione è d’obbligo.
I genitori hanno un’enorme influenza sulla carriera dei propri figli: incoraggiare la tenacia, responsabilizzarli, sostenerli nei momenti difficili, far loro tenere i piedi per terra nei momenti di inebriata confusione, avere fiducia nell’allenatore e apprezzare poi il lungo processo di sviluppo attraverso l’allenamento formeranno al meglio la mentalità dei figli ormai atleti.
D’altra parte l’allenatore deve avere cura e far crescere il talento in ognuno dei propri atleti; deve sempre aver presente di dove i suoi atleti possono arrivare e di come portarceli creando una cultura dell’eccellenza. Un allenatore attento impara dai propri nuotatori molto più di quanto essi imparino da lui.