E tu, perché nuoti?

Vita di un nuotatore
Scritto da: Arena at 23 Dicembre '20 0
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Ci sono innumerevoli motivi che possono spingerci a praticare il nostro sport preferito.

C’è chi vuole rimanere in forma, chi vuole allenarsi in compagnia dei suoi amici di sempre, chi invece vuole dimostrare di essere il più forte. La motivazione dunque cambia di persona in persona.

In psicologia si tende a diversificare la motivazione a seconda che sia intrinseca (“nuoto perché amo nuotare”), oppure estrinseca (“nuoto per diventare un vincente”). La motivazione, oltre a differenziarsi in senso qualitativo, si può differenziare anche nella sua quantità da caso a caso. Si passa quindi da casi di totale assenza di motivazione (atleta amotivato) ad un’altissima motivazione. Molte ricerche hanno evidenziato come vi sia una correlazione tra un’alta motivazione intrinseca e una lunga carriera sportiva.

Secondo una delle teorie più importanti che riguardano la motivazione, ovvero la teoria dell’autodeterminazione (Deci e Ryan, 2000), ci sono tre bisogni fondamentali cui ognuno di noi pone attenzione e che definiscono la presenza di una motivazione intrinseca.

Questi tre bisogni sono:

  • il bisogno di autonomia;
  • il bisogno di competenza;
  • il bisogno di relazionalità.

 

L’attività sportiva, se caratterizzata da determinati fattori, può essere dunque un comportamento in grado di soddisfare a pieno tutti e tre i bisogni.

Nel caso specifico del nuoto infatti, il bisogno di autonomia viene soddisfatto dalla possibilità di imparare a nuotare ed essere autonomi in un elemento come l’acqua. Ma non solo: nel caso ad esempio degli adolescenti, l’organizzazione che deriva dal preparare la borsa, recarsi in piscina, cambiarsi e poi tornare a casa a fine sessione, contribuisce anch’essa a soddisfare il bisogno di autonomia.

Il nuoto contribuisce inoltre a soddisfare il bisogno di competenza nel momento in cui impariamo nuove abilità legate all’ambiente acquatico. E, ovviamente, se siamo in buona compagnia viene soddisfatto anche il bisogno di relazionalità.

Queste informazioni ci devono guidare nel capire quali sono i fattori legati all’ambiente della piscina in grado di infondere motivazione: un impianto ed un contesto sportivo che esaltano queste caratteristiche saranno luoghi frequentati da utenti motivati.

Man mano che prendiamo confidenza con il contesto della piscina ecco che i bisogni trovano nuovi livelli di soddisfazione, cui seguiranno comportamenti guidati da una motivazione sempre più alta. Ecco dunque spiegato il motivo per cui a guidare la costanza di un atleta agonista dev’esserci necessariamente una forte motivazione.

Cosa possiamo imparare da queste informazioni?

Innanzitutto che ascoltare la propria motivazione, alta o bassa che sia, intrinseca o estrinseca, è un esercizio importante per comprendere le cause che ci portano a frequentare o meno un ambiente arricchente come potrebbe essere quello della piscina, e dunque a fare o meno attività motoria.

In secondo luogo che possiamo scegliere con un po’ più di consapevolezza quegli impianti in grado di soddisfare la nostra motivazione e dunque proseguire nella nostra attività fisica e sportiva.

fonte: Psicologia applicata allo sport – 2017 – Franco Angeli
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Arena