Bambini, tutti in piscina! I benefici del nuoto iniziano dalla tenera età

Fitness, Salute e Benessere
Scritto da: Arena at 3 Marzo '17 0
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Fin dai primissimi giorni di vita il contatto con l’acqua rappresenta un’esperienza di gioco straordinaria che mette alla prova le abilità motorie del neonato. L’ambiente acquatico infatti richiama nel neonato l’utero materno, il cui ricordo nei primi mesi di vita è ancora molto vivo. Si tratta per lui di una regressione tranquillizzante, che lo mette in grande intimità con il genitore mentre viene cullato dolcemente nella vasca.

Quali sono le giuste attività per ogni fascia d’età

Ogni fase della crescita, dai primi giorni fino ai 5 anni, ha delle precise peculiarità da tenere presenti quando i piccoli approcciano con l’acqua.
Vediamole nel dettaglio:

– FINO A SEI MESI

Il neonato non è ancora in grado di mantenere la posizione seduta, dipende in tutto dalla mamma e dal papà con i quali ha un rapporto di simbiosi. L’operatore non è la figura centrale, ma fa da mediatore alla scoperta di nuove condizioni motorie che l’acqua offre. Si guida la gestione dell’immersione sfruttando l’istinto di chiusura della glottide che impedisce di bere acqua. Sono i mesi durante i quali l’istinto è più sviluppato che mai, poi via via si attenua con la crescita, quindi è importante far sì che il nuoto diventi fin da subito un’attività naturale.

– DA 7 A 14 MESI

Il bambino inizia a gattonare e tenta i primi passi, c’è un forte desiderio di scoperta e grande curiosità verso l’ambiente esterno. Il piccolo si distacca dalle braccia dei genitori anche in piscina e inizia a esplorare con l’ausilio di galleggianti, braccioli, tentando anche l’entrata in vasca da solo.

– DA 15 A 23 MESI

L’autonomia del bimbo cresce e con essa la capacità di galleggiare e la sicurezza nei propri movimenti. In piscina si consolidano le abilità acquisite e si provano i primi tuffetti.

– DA 24 A 36 MESI

Inizia piano piano la separazione dalla figura genitoriale a favore dell’istruttore e degli altri componenti del gruppo. L’autonomia continua ad aumentare e si sperimentano nuove posizioni di galleggiamento e immersioni autonome a corpo libero. Si affrontano nuove competenze di orientamento nello spazio con percorsi acquatici.

– DA 3 A 4 ANNI

Si possono iniziare attività più complesse orientate verso il galleggiamento e l’immersione autonoma mediante raccolta di oggetti sul fondo.

– DA 4 A 5 ANNI

Se i galleggianti non sono più necessari e si è acquisita una buona dimestichezza con l’ambiente acquatico vuol dire che lo scopo è stato raggiunto. Il bambino è pronto a seguire un corso di nuoto vero e proprio, mentre mamma e papà potranno assistere orgogliosi dagli spalti.

Infine è consigliabile in tutte queste fasi evitare corsi affollati di avvicinamento all’attività in acqua: l’ideale sarebbe gruppi da 6-7 bambini, riuniti per fasce d’età.

Niente paura! Come garantire ai piccoli comfort e sicurezza

Come prima cosa è consigliabile portare un accappatoio e un telo, uno per asciugare e coprire il bambino appena fuori dalla vasca, nel tragitto fino allo spogliatoio e alle docce e l’altro, che deve restare pulito e asciutto, da utilizzare dopo la doccia. Inoltre è bene un abbigliamento a strati per evitare che i bruschi sbalzi di temperatura tra l’ambiente esterno e quello caldo e umido interno provochino malanni e malesseri.

Per i neonati in età da pannolino esistono poi appositi pannolini indossabili in acqua, e dei costumi impermeabili da mettere sopra per evitare irritazioni e arrossamenti della pelle. Per i più grandicelli, se freddolosi ci sono magliette termiche apposite e persino piccole mute in neoprene per stare caldi anche in vasca. Particolare attenzione va posta nell’asciugare il cono interno delle orecchie, per evitare che l’eccesso di acqua provochi fastidi o infezioni.

Fateci sapere se ci sono altri accorgimenti e consigli da tenere presenti così da rendere l’esperienza con l’acqua il più positiva possibile.

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Arena