Nuovi orizzonti! Intervista ad Alessandro Pilati
Raccontaci delle tue prime esperienze con il nuoto, prima che iniziasse la tua avventura nelle acque libere …
Ho iniziato a nuotare a sei anni, iniziate le scuole medie sono approdato alla pallanuoto, che ho praticato sino a tutto il periodo universitario, giungendo a giocare in serie B negli anni ’90. Ho anche fatto qualche gara di nuoto quando la società me lo chiedeva, senza però troppe pretese e successi, anche perché non mi ha mai attratto fare avanti indietro per una vasca inseguendo l’obiettivo cronometrico. Per una stagione ho tentato di fare entrambe le discipline, pallanuoto e nuoto, con il dubbio di sbagliare opinione sul nuoto in vasca, ma alla fine non mi sono ricreduto.
Come hai conosciuto il nuoto in acque libere?
Ho iniziato grazie a due vecchi compagni di avventura che mi hanno portato al mare per nuotare con loro quando io, approdato al nuoto master, cercavo uno stimolo per continuare a nuotare: mi ero trasferito di città, in una provincia dove la pallanuoto non esisteva e non interessava a nessuno. A me le gare in vasca non attraevano, ma volevo nuotare e volevo che fosse finalizzato a qualcosa. Quella prima volta su cos’è entusiasmante che ancora, tutt’oggi, il pensare di nuotare in acque libere mi elettrizza come fossi un bambino.
Cosa ti ha spinto a cominciare?
Il fascino per la natura, per gli spazi aperti, per la diversità che passa tra una nuotata e l’altra e l’assenza di monotonia. Questi sono gli aspetti oggettivi che mi hanno attratto e che ho ritrovato, dopo averli vissuti praticando in maniera seria per qualche anno la mountain bike. Ci sono anche aspetti soggettivi che mi motivano a praticare il nuoto in acque libere, tra i miei primeggia la sensazione di libertà assoluta.
Quali sono i primi passi da fare per avvicinarsi a questo sport?
Sicuramente sapere un minimo nuotare è l’aspetto di base, successivamente è necessario allenarsi con costanza per creare le condizioni per riuscire a nuotare senza doversi fermare dopo poche bracciate: nelle acque libere non abbiamo bordi e corsie che possano consentire di riposare o prendere fiato!
Quali consigli daresti a chi vi si accosta per la prima volta?
Potersi rivolgere a persone con esperienza, non improvvisare, provare in zone sicure e non trascurare l’aspetto della sicurezza. Le acque libere non vanno mai sottovalutate. Pensare e provare per gradi è un altro consiglio che mi sento di dare, aspetto invece ignorato dai molti che fanno attività sportiva.
Se dovessi descrivere il nuoto in acque libere con tre parole, quali sceglieresti?
Natura, perché nelle acque libere ci si è immersi letteralmente, ti avvolge e ti abbraccia fino a creare una condizione di intimità con essa e con se stessi.
Libertà, perché nelle acque libere la sensazione di vincoli viene meno, tanto d’aver un ampio raggio di movimento.
Viaggio, perché ogni volta che si nuota in acque libere si intraprende un piccolo grande viaggio.
Qual è l’esperienza più significativa che hai vissuto praticando il nuoto in acque libere?
Per me è significativo il nuotare in acque libere in sé, perché tutte le volte che esco da una nuotata in un contesto naturale mi sento più completo. Se poi devo sceglierne una, sicuramente quella della mia prima volta!