E’ sabato sera e io alle 21:30 mi ritrovo in una stanza d’ albergo a scrivere cosa mi passa per la testa.
Ci siamo. Sono a Klagenfurt e domani si gareggia! Bici e sacche portate in zona cambio, ovviamente non prima di aver controllato che tutto fosse perfetto. Barrette e integratori sistemati a dovere, abbigliamento, chip e muta appoggiati su una sedia perché così domattina, quando la sveglia suonerà alle 3.50, sarò certa di non dimenticare nulla! Tutto è pronto… e io?
In molti in questi ultimi giorni mi hanno fatto la stessa domanda : “come stai?”. Io a tutti ho risposto sempre: “Credo bene!”. In realtà, quest’ultimo mese, quello in cui dovresti stare più tranquillo, quello in cui dovresti iniziare a godere del tuo stato fisico per via dello scarico e del tapering pre-gara, quello in cui dovresti fremere per i preparativi prima della partenza, è stato uno dei periodi peggiori di tutta la mia vita.
All’ inizio di giugno, proprio nel bel mezzo delle ultime 2 settimane di carico prima della gara, i miei genitori hanno avuto un brutto incidente in scooter e mio padre ha dovuto subire un intervento chirurgico che lo ha costretto in ospedale per più di 20 giorni! E’ stato un periodo molto angosciante e stressante durante il quale, pur cercando di rispettare sempre i miei allenamenti, ho pensato molto poco alla gara e mi sono invece concentrata su problemi ben più seri! Ero preoccupata e avevo nervi a fior di pelle.
Come se non bastasse, ci si è messo anche l’hotel che avevo prenotato ben 8 mesi fa, ad aumentare l’agitazione! Ho casualmente telefonato qualche giorno prima della partenza per chiedere di rimanere una notte in più e… voilà, la mia prenotazione era stata cancellata per errore e quindi non avevano più stanze per me! AIUTOOOO!!!! Ditemi che è solo uno scherzo! Trovare una stanza libera a Klagenfurt, una settimana prima dell’Ironman è praticamente impossibile! Poi fortunatamente l’albergatore si è adoperato per trovarmi un’altra sistemazione, così mi sono ritrovata in un hotel molto più carino e in pieno centro, quindi mi è andata bene! E finalmente le cose sono iniziate ad andare per il verso giusto!
I miei sono finalmente tornati a casa qualche giorno prima che io partissi e mio babbo ha iniziato a star molto meglio. Da lì allora mi sono un po’ ”tranquillizzata”…o meglio, ho iniziato ad agitarmi solo per la gara!
Avevo mille cose da fare e non sapevo da dove iniziare! Prima di tutto, portare la bici dal meccanico per farla sistemare e controllare che tutto fosse a posto. Poi comprare le ultime cose necessarie da portare in viaggio e fare la valigia, con l’ansia di dimenticare sempre qualcosa! Non vedevo l’ora di partire perché era un po’ come se mi scrollassi di dosso tutto il peso delle cose brutte che aveo vissuto in quell’ultimo periodo! E infatti, così è stato! Durante il viaggio sono letteralmente crollata e ho dormito quasi sempre, non è da me!
Il momento più bello è stato giovedì pomeriggio quando sono andata a ritirare il pacco gara. Tornare all’expo, girare per i vari stand, comprare gadgets, stare in mezzo agli altri atleti, respirare quell’ aria piena di adrenalina, tensione e allegria mi hanno tolto dalla testa tutti i brutti pensieri dei giorni passati e mi hanno restituito la carica di cui avrò bisogno domani per riuscire a realizzare il mio grande sogno!
Ma la mia allegria è durata solo fino a quando, dopo aver ritirato il mio pettorale, ho letto sul tabellone il numero di slot a disposizione che sarà possibile conquistare per poter partecipare all’Ironman di Kona.
Ed ecco che la sfortuna mi perseguita! Scopro che per le donne ci sarà una sola slot per categoria. UNA, soltanto per la prima arrivata! Negli anni passati ce n’erano sempre state almeno due, sempre! Il che vuol dire solo una cosa: che dovrò arrivare prima o posso dire addio alle Hawaii. Sarà molto ma molto difficile stavolta. Quasi impossibile. Ma ormai sono qui, mi sono allenata duramente per quasi 9 mesi per questa gara e di certo non resterò qui ad autocommiserarmi ma andrò fino in fondo e lotterò con tutte le mie forze per conquistarmi il mio pezzo di felicità!
E’ strano stavolta. Diverso dalle altre gare. Di certo fisicamente, sono preparata più che mai; ma psicologicamente è diverso. Sono meno sicura di me, un po’ stanca e spaventata e con in testa tante domande… e una su tutte: “Quanto lo vuoi veramente”? Me lo sono chiesta tante volte, e non so ancora darmi una risposta.
Ma ora è tardi per pensare, e io devo andare a dormire o domani non mi sveglierò per la gara!
So solo che a volte, la vita è talmente tanto piena di emozioni che noi non riusciamo a comprenderle e ad affrontarle tutte insieme, e l’unica cosa che possiamo fare è fermarci a guardare cosa succederà. Sarà il destino o Dio o qualsiasi altra cosa ci sia sopra le nostre teste a decidere per noi.
E così sarà. Senza pensare troppo… staremo a guardare.